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Figli della miniera, per non dimenticare

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view post Posted on 17/5/2011, 18:10     +1   -1
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Figli della Miniera è una associazione neonata, che sta cercando collaboratori per svolgere le attività di ricerca, catalogazione e archiviazione su tutto il materiale rintracciabile inerente le miniere di Pestarena e le sue storie.

DIRETTIVO

Presidente: Ida Bettoni
Vicepresidente: Vincenzo Nanni
Cassiere: Fausto Paolo Caffoni
Consiglieri: Danilo Rolandi, Marco Sonzogni, Walter Bettoni, Dario Caffoni

Per informazioni aggiuntive, iniziative, collaborazioni ci potete contattare al seguente indirizzo mail:

[email protected]

Edited by killerplanet - 28/11/2011, 11:09
 
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La memoria della montagna
Sabato 15 ottobre
VOGOGNA - Castello visconteo, ore 17,00


Pestarena 1961
La chiusura dell’ultima miniera d’oro nelle Alpi

L’esplosione che uccide quattro minatori il 13 febbraio 1961 è occasione da parte del’azienda per la chiusura definitiva dell’impianto aurifero di Pestarena. L’evento rappresenta la fine di un’epoca e la conclusione di un ciclo storico di utilizzo delle risorse delle Alpi. Nel 1884 tutte le miniere aurifere ossolane vennero acquistate dalla ditta inglese The Pestarena Gold Mining che le lavorò per circa un ventennio; il complesso era ritenuto il più vasto d'Europa.

L’esodo dei capitali inglesi e, dopo un periodo di proprietà privata italiana (la Pietro Maria Ceretti), la fascistizzazione dell’economia dilatarono e forzarono a dismisura il peso delle miniere aurifere alpine. L’intensità dell’attività mineraria a Pestarena trasformò profondamente la montagna e il villaggio (nelle miniere lavoravano 800 persone). La silicosi uccideva giovani i minatori e la Valle Anzasca divenne una “valle di vedove”.

Pochi decenni dopo tuttavia, gli anni ’60 del Novecento videro i grandi cambiamenti sociali che trasformarono l’Italia da paese contadino a nazione industriale. Le Alpi stavano perdendo definitivamente il loro uso sociale produttivo (l’agricoltura e l’allevamento, le miniere) per assumerne uno completamente nuovo: quello ricreativo del turismo. Le miniere vennero considerati “rami secchi” da potare; gli stabilimenti minerari alpini erano residui del passato da smantellare.

La chiusura dell’ultima miniera d’oro sulle Alpi passò tutto sommato inosservata nell’opinione pubblica di un’Italia concentrata sulle grandi industrie di pianura e indifferente ai problemi della montagna.

Un prezioso filmato, rare immagini d’epoca e la testimonianza dei protagonisti raccontano le Alpi che non ci sono più. Il dovere della memoria impone di non dimenticare.

Evento in collaborazione con l’associazione “I figli della miniera” (Macugnaga – Pestarena)
....
 
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Segnalo un articolo che parla dell'evento:
http://snowpassion.lastampa.it/news/alpi-f...starena-1306600


Le Alpi da fonte di risorse a opportunità di sviluppo sostenibile ricordando i minatori di Pestarena


Le Alpi da fonte di risorse a opportunità di sviluppo sostenibile ricordando i minatori di Pestarena

Anche l'Italia ha avuto la sua età dell'oro. Correva l'anno 1961, le celebrazioni per il cenenario dell'Unità d'Italia erano appena iniziate e l'ottimismo si respirava insieme all'aria satura di agenti inquinanti delle fabbriche e delle automobili di un Paese ripresosi da un disastroso conflitto.

Ad alimentare la motrice della produzione industriale vi erano numerose miniere diffuse per tutto il Paese, ma già erano sparsi i semi del cambiamento di cui oggi vediamo i più estremi esiti. Nel 1961 chiudeva l'ultima delle miniere d'oro italiane a Pestarena, nel comune di piemontese di Macugnaga, nella Valle Anzasca.

La morte di quattro minatori il 13 febbraio di cinquant'anni fa pone fine ad un percorso iniziato nel 1884, quando una società inglese rilevò tutte le miniere ossolane per farne il più vasto complesso minerario aureo d'Europa.

Già apprezzate nei Grand Tour ottocenteschi, le Alpi vivono ora una rinascita turistica che le valorizza come meraviglie naturali e non più come bacino a cui attingere risorse, e la valle non fa eccezione. In occasione del cinquantenario della chiusura dell'ultima miniera di Pestarena e nell'ambito di Montagna & Dintorni verranno ricordate tramite immagini e testimonianze d'epoca le miniere e i minatori che con il loro sudore e il sacrificio delle loro vite hanno contribuito a costruire il nostro Paese.
 
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view post Posted on 15/10/2011, 10:44     +1   -1
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Altro articolo su "la stampa", di Teresio Valsesia



Sul Monte Rosa torna la febbre dell'oro

Le miniere nel ’700 erano un colosso economico. Nell’800 il calo fino alla chiusura nel 1961
Al via la proposta per riaprire le storiche miniere: "Un impulso per tutto il turismo della zona"
TERESIO VALSESIA


MACUGNAGA (VB)
Alla fine del Settecento vi lavoravano oltre mille minatori. Era la più grande industria del Nord Italia. E quando si intercettavano dei filoni particolarmente redditizi, i titolari della concessione ottenuta dal re sardo-piemontese donavano alla chiesa di Macugnaga, il villaggio ai piedi del Monte Rosa, delle grandi tele con massicce cornici d’oro. In quegli anni a rafforzare la manodopera arrivarono anche i valligiani svizzeri del Vallese e quelli del lontano Tirolo, impiantando famiglie dai cognomi tedeschi che esistono ancora. Nell’Ottocento seguirono fasi alterne, scavando sempre più in profondità alla ricerca di nuovi filoni. Incontri fortunati con la roccia e altri da mandare sul lastrico. Come la «miniera dell’acquavite».

Confessava il suo imprenditore: «Non guadagno niente, al massimo qualche centesimo per bere un cicchetto di acquavite». Alla fine del secolo era venuto in visita anche l’abate valdostano Amé Gorret, l’«ours de la montagne». Caustico osservatore, aveva rilevato le miserrime condizioni di vita dei minatori: «Evidentemente Macugnaga deriva il suo nome da “Mac-canaglie”». Era il più importante giacimento aurifero d’Italia e accrebbe il suo primato negli anni Trenta del secolo scorso, al tempo dell’autarchia mussoliniana, quando gli impianti vennero assunti direttamente dallo Stato. Sul frontone di uno stabilimento campeggiava perentoria la scritta: «Con fede e tenacia veramente fascista lavoriamo per la più preziosa delle autarchie: quella dell’oro».

Si traforava la montagna respirando un’enorme quantità di polvere di silice e la silicosi mieteva vittime. Così la frazione di Pestarena divenne un villaggio di vedove. Nel dopoguerra il corso dell’oro era al minimo e l’estrazione venne rallentata. Nel 1961, dopo una tragedia che fece quattro vittime, è arrivata la chiusura. Nei decenni successivi sono spuntati diversi progetti per riattivare l’attività, ma non se ne face mai nulla. «Al tempo dell’estrazione intensiva Pestarena contava mille anime» racconta oggi Marino Bettoni, 82 anni, uno degli ultimi minatori superstiti.

«Arrivava gente da ogni parte d’Italia, soprattutto dalle valli bergamasche e bresciane, e dalla Sardegna. Dormivano in tutti i buchi, persino sotto i sassi. Si scavava nell’intero reticolo sotto il paese. Cunicoli orizzontali e pozzi verticali che li collegavano, fino a 360 metri di profondità. Oggi siamo rimasti solo una trentina di abitanti e fra qualche settimana se ne andrà anche il sole per ritornare solo verso la metà di gennaio. Ben venga la riapertura delle gallerie». Già, perché da alcuni mesi la Società «Miniera di Pestarena», con sede a Roma, sta procedendo ai lavori di sistemazione sia nella «discenderia» che dal paese cala nel cuore della montagna, sia nella galleria che penetra per circa tre chilometri dal «Ribasso Morghen», nella frazione Campioli di Ceppo Morelli.

«Questo cunicolo è stato messo in sicurezza ed è percorso da un vagoncino di servizio sui vecchi binari», dice Walter Bettoni, delegato dell’amministrazione comunale di Macugnaga per Pestarena e per la miniera. La nuova società ha ottenuto la concessione per effettuare tutti gli interventi lungo le due direttrici (Pestarena e Ribasso Morghen). Inoltre si è fatta carico di bonificare l’area di Campioli dalle vecchie scorie, depositate oltre 60 anni fa. «È un intervento concreto sotto la direzione dell’ingegner Trogolo di Torino - aggiunge Walter Bettoni -. Si tratta di verificare le condizioni per un’eventuale ripresa delle estrazioni dell’oro o creare un percorso aperto al pubblico, a scopo turistico. Alcuni geologi dell’università di Torino hanno già effettuato dei sondaggi nelle gallerie laterali».

Secondo René Bruck, l’ultimo direttore della miniera, lì sotto l’oro luccica ancora in abbondanza, anche se non in pepite, ma celato nei filoni delle rocce. Certo, bisognerà stabilire i costi dei nuovi investimenti. «Da parte dell’amministrazione comunale daremo tutta la disponibilità», assicura il sindaco di Macugnaga, Stefano Corsi. La nuova corsa all’oro è appezzata anche dalla gente. «Finalmente ci sono dei lavori concreti, speriamo coronati dal successo. Così potremo vedere qualche avventore in più», dice Selvaggia Colusso che gestisce «Il Cantuccio», ristorantino con negozietto sulla piazza del paese, dove sorgono anche un monumento che ricorda i morti della miniera e una piccola raccolta museale.

Da qualche anno a Pestarena è nata una nuova associazione («I figli della miniera»), con lo scopo di ravvivare le memorie del «paese dell’oro» attraverso manifestazioni, ricerche e pubblicazioni. L’auspicio della presidente Ida Bettoni è che «la rinascita della miniera attraverso degli interventi estrattivi o come circuito turistico, possa servire a risollevare anche il nostro piccolo villaggio.


http://www3.lastampa.it/costume/sezioni/ar...lo/lstp/424936/
 
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Santa Barbara 2011
La festa di santa Barbara in Valle Anzasca è particolarmente sentita e unisce, da sempre, la popolazione in momenti di religiosa intensità uniti ad altri di ilare festa. Sacro e profano uniti nel ricordo dei minatori che hanno lavorato nelle tante Miniere d'oro presenti in Anzasca.
Partendo dal basso troviamo le miniere di Val Toppa (Pieve Vergonte). Quelle della Val Segnara e Val Bianca (Calasca). Quelle dei Cani (Vanzone con San Carlo). Le Miniere più espanse erano però quelle ultimamente sfruttate dall'AMMI (Azienda Minerali Metallici Italiani) che avevano il proprio centro a Pestarena (Macugnaga) e lo stabilimento a Campioli (Ceppo Morelli). A queste dobbiamo aggiungere l'insediamento produttivo del Lavanchetto (Macugnaga) e quello delle Crocette (Città morta) (Macugnaga).
Una miriade di chilometri nelle viscere della terra. Migliaia di uomini, impiegati in diversi anni, tutti dediti all'estrazione dell'oro!
Oro è sinonimo di ricchezza, ma la ricchezza non era per gli operai. A loro restava una vita difficile, tribolata e soprattutto restavano il pericolo e la terribile silicosi, portatrice di morte precoce. Tempi duri! Difficili!
Oggi, gli ex dipendenti dell'AMMI sono ridotti a poche decine di persone, quasi tutte lavoravano all'esterno, ma molti conoscono bene la miniera e la sua storia. A loro si uniranno i figli ed i nipoti di coloro che “sono andati avanti”. Ci saranno una serie di cerimonie semplici e toccanti.
Fra queste segnaliamo:
RIBASSO MORGHEN (Ceppo Morelli)
Sabato 3 dicembre - Organizzata dall'Associazione “Figli della Miniera” in collaborazione con il “Comitato Ribasso” – ore 10.30 Santa Messa presso la cappelletta di Santa Barbara (Messa all'aperto che si tiene con qualsiasi tempo: freddo, neve), in onore della Patrona dei minatori.
A seguire, cioccolata calda e vin brulè offerto dagli organizzatori.
PESTARENA (Macugnaga)
Domenica 4 dicembre - Sempre curata dall'Associazione “Figli della Miniera” e celebrata da Don Maurizio Midali, Prevosto di Macugnaga e cappellano dell'associazione, ore 10.30 Messa in onore di Santa Barbara, protettrice dei minatori ed in ricordo di tutti i lavoratori della miniera. Seguirà la Processione per le vie del piccolo paese, antica sede della società AMMI, l'ultima che ha estratto l'oro dalle miniere. Incanto delle offerte.
Aperitivo, offerto dall'Associazione “Figli della Miniera”, presso il bar-ristorante “Il Cantuccio”.
Ore 12.30 pranzo conviviale presso il ristorante “Mondo d'Oro” di Ceppo Morelli. Pomeriggio in allegria fra chiacchiere e ricordi.
Per info e prenotazioni pranzo, rivolgersi: alla Presidente, Ida Bettoni (340/3027095) oppure direttamente al ristorante: 0324/890118.
Miniera della Guja (Macugnaga)
Domenica 4 dicembre – ore 14.30 Santa Messa celebrata all'interno della Miniera della Guja, una delle vecchie miniere oggi trasformata in museo visitabile tutto l'anno. Info: 0324-65570.
Barzona (Calasca) Altra terra di miniera, altri ricordi e altra festa in onore della Patrona dei Minatori. Santa Messa solenne. Incanto delle offerte a cui seguirà la distribuzione di cioccolata calda e corroborante vin brulè. Info: 0324-81190.



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Pestarena: La piazza sarà intitolata all’Ing. BRUCK

DELIBERA DI GIUNTA COMUNALE N° 66 del 13/09/12
Oggetto: TOPONOMASTICA STRADALE - INTITOLAZIONE PIAZZA ALL’ING. RENÉ BRUCK, DIRETTORE DELLE MINIERE DI PESTARENA DAL 1937 AL 1945.

Vista la vigente normativa in materia, nonché le disposizioni e i pareri espressi dalla Deputazione Subalpina di Storia Patria di Torino e dalla Soprintendenza per i Beni Ambientali ed Architettonici del Piemonte, in merito alla toponomastica e alle ridenominazioni di aree di transito comunali.
Considerato che l’Associazione “Figli della Miniera” con sede in Centro Abitato Pestarena n. 344 – Macugnaga (VB), nella persona del Presidente, Sig.ra Bettoni Ida, ha presentato istanza in data 05/09/2012 – ns. prot. n. 4628 del 06/09/2012, di intitolazione della piazza centrale del Centro Abitato Pestarena, all’Ing. René BRUCK, che dal 1937 al 1945 è stato Direttore delle miniere aurifere di Pestarena.
Ritenuto che l’intitolazione della piazza è motivata dall’importanza storico-economica che hanno avuto le miniere d’oro per il paese grazie all’impegno profuso dall’Ing. BRUCK alla comunità e ai minatori, soprattutto in un periodo storico difficile come la seconda guerra mondiale, ma anche dopo la chiusura delle stesse, con la pubblicazione del volume “La Miniera d’Oro di Pestarena”, la realizzazione di una mostra fotografica retrospettiva sull’attività mineraria e il simposio organizzato dalla Comunità Montana della Valle Anzasca nel 1980.
Ritenute valide le motivazioni pervenute e considerato che l’Associazione “Figli della Miniera” realizzeranno a loro spese la posa e la costruzione del cartello di intitolazione della Piazza in oggetto.
….,
SI PROPONE DI DELIBERARE QUANTO SEGUE
Le premesse tutte sono parte integrante e sostanziale del presente dispositivo;
1) Di intitolare la piazza centrale del Centro Abitato Pestarena all’Ing. René BRUCK, che dal 1937 al 1945 è stato Direttore delle miniere aurifere di Pestarena, per le motivazioni di cui nelle premesse e come da istanza pervenuta dall’Associazione “Figli della Miniera”.
2) Di comunicare la presente deliberazione al Sig. Prefetto del V.C.O. per il rilascio dell’autorizzazione di Legge.
3) Di inviare, per opportuna conoscenza, la presente deliberazione alla Regione Piemonte – Assessorato Istruzione e Cultura e all’Associazione “Figli della Miniera”.

http://www.figlidellaminiera.com/pestarena...lling-bruck.htm
 
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