|
|
| C'è un altra leggenda sull'alpeggio, questa è di origine Walser (fonte: http://ic-andreatestore.scuole.piemonte.it...r/leggenda8.htm ) Cicerval è un’alpe sopra Borca dove si faceva sentire uno spirito. Lo sentivano di giorno, lo sentivano di notte e non vi era alpigiano che non fosse molestato dai suoi scherzi nocivi. Lì c’era una cappelletta, dove i buoni frazionisti, quando pioveva per quindici giorni o piu, si recavano devotamente in processione ad impetrare il bel tempo. Un giorno, per liberare l’alpe dallo spirito che vi scontava la pena, la popolazione di Borca salì processionalmente a Cicerval, guidata dal prete e dal sacrestano, un certo Della Vedova , uomo giusto e timorato di Dio. Cominciò l’esorcismo. Dopo un po’ di tempo il prete cominciò ad impallidire e a sudare abbondantemente, e la gente s’accorse che non riusciva a proseguire le preghiere dell’esorcismo. Ancora uno e poi un altro tentativo di continuare il rito. Alfine, visto che le forze gli mancavano, il prete, bianco come un panno lavato, si rivolse al Della Vedova e balbettò: "Vai avanti tu; io non c’è la faccio più. Quest’anima dannata mi sta qui di fronte". Il Della Vedova allora prese il libro e continuò a leggere le preghiere. D’un tratto si voltò verso il prete e gli chiese: "Posso dire quello che in questo caso si deve dire ai dannati?". "Dillo pure" sussurrò il prete. E il Della Vedova: "Vai dove sei destinato. Lascia in pace questo alpeggio e chi ci lavora". Da quel mometo più nessuno sentì lo spirito.
|
| |